Per la prima volta nella sua storia, il Milan vince due partite in rimonta nella stessa edizione di Champions League. Il 2-1 di Newcastle non permette alla squadra di Stefano Pioli di superare il Gruppo F e centrare l'accesso agli Ottavi di finale, ma lascia indicazioni importanti alla luce di quello che sarà il percorso rossonero in questa stagione. Nel nostro Debriefing passiamo in rassegna tre elementi che sono l'eredità di questa notte europea.
L'ORGOGLIO, OLTRE LA CALCOLATRICE
Nei primi mesi di questa stagione il Milan ha rimontato e si è fatto rimontare. Entrambe le vittorie rossonere in Champions sono arrivate recuperando una situazione di 0-1, col PSG a San Siro a precedere il successo del St James' Park. Dopo un primo tempo difficile e una prestazione sotto le potenzialità di questa squadra, al rientro in campo dagli spogliatoi è arrivata la risposta che serviva, per un risultato che ci tiene comunque in corsa anche in Europa. Ed è arrivata, questa risposta, con generosità e orgoglio, in una partita che è rimasta intensissima ma è divenuta frammentata, spezzettata, nervosa. Senza calcoli, senza farsi condizionare dalle notizie che arrivavano da Dortmund. È un risultato che lascia sensazioni contrastanti, ma è fuor di dubbio che si può e si deve ripartire dalla reazione del secondo tempo nelle prossime giornate di campionato.
L'IMPATTO DEI SUBENTRATI
Una chiave fondamentale. Dalla generosità di Luka Jović e Tommaso Pobega, all'impatto del rientrante Noah Okafor e di Sammy Chukwueze che costruiscono - insieme allo stesso serbo - il gol del 2-1 nel giro di pochi secondi dall'ingresso in campo. Per il numero 21, tra l'altro, è il secondo gol consecutivo in Champions League. Anche Davide Bartesaghi, all'esordio assoluto nella massima competizione europea e in campo nel finale per difendere il risultato, si è messo in luce con un paio di chiusure importanti in fase avanzata. Una vittoria e una reazione di squadra, quella della fredda notte di Newcastle, in cui tutti hanno portato il loro mattoncino con grande spirito di abnegazione e con orgoglio. Non 11 partenti e 5 riserve, ma 16 titolari a testimoniare lo spirito del gruppo in uno dei momenti più complicati della stagione, in cui è stata l'intera squadra a rispondere presente.
MIKE E FIK, DUE MURI
Baluardi rossoneri, ostacoli superati soltanto dal gol imparabile di Joelinton nel primo tempo. Altro punto fondamentale della notte del St. James' Park è rappresentato dalle prestazioni di Fikayo Tomori e Mike Maignan. Il primo - scelto dai tifosi rossoneri come migliore in campo - si è distinto per il clamoroso salvataggio difensivo su Almirón e in generale per una prova attenta e completa su ogni fronte. Fik ha anche sfiorato il gol del 3-1, con il palo a negare quella che sarebbe stata una gioia indubbiamente meritata. Mike, invece, ha aggiunto un'altra istantanea incredibile alla sua splendida collezione rossonera con la parata su Bruno Guimarães. Un intervento prodigioso, che ha bloccato sul nascere l'esultanza dello stadio e contribuito a dare energia alle speranze di rimonta del Milan. Due prestazioni decisive in un reparto tanto condizionato, in questa stagione, dai numerosi infortuni. Due prove da leader da cui ripartire.
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